Frequently asked question

Domande frequenti

Dipende, infatti essi sono 28 tra i 12 e i 17 anni. Prima il loro numero è inferiore, poi può aumentare fino a 32 con i denti del giudizio; però questi non sempre erompono in arcata. Dopo ancora, in età avanzata, tende a diminuire per malattia.

I denti di latte appaiono nel bambino dai 3 mesi ai 2 anni e mezzo: i primi a spuntare sono gli incisivi (8 in tutto), poi appaiono i 4 canini e i primi 4 molari, per ultimi erompono i 4 secondi molari. Così la prima dentizione con i suoi 20 dentini è completa. Perché vanno curati i denti di latte? Perché la loro salute sarà la premessa indispensabile alla salute dei denti permanenti per i quali mantengono lo spazio e la funzione.

I primi molari spuntano verso i 6 anni, gli incisivi a 7-8 anni, i canini a 10-12 anni, i premolari a 10-11 anni, i secondi molari verso 12 anni. Dai 17 anni in su possono apparire i terzi molari o denti del giudizio.

Quello che noi vediamo è soltanto una parte del dente, la corona che sporge dalla gengiva, ma il dente ha anche una radice, immersa nella gengiva che serve ad assicurargli il nutrimento necessario alla sua vitalità proprio come le radici delle piante. All’esterno il dente è costituito da tessuti duri che si chiamano smalto, dentina, cemento. Nel cuore del dente c’è la polpa, un tessuto molle costituito da cellule, vasi sanguigni e nervi. Infine il dente è “piantato” nell’osso per mezzo di un legamento ammortizzante: il legamento parodontale.

La funzione essenziale dei denti è la masticazione, in bocca infatti inizia il processo di nutrizione. Ma i denti servono anche per pronunciare le parole e comunicare con gli altri. Inoltre attraverso il loro aspetto contribuiscono a determinare la nostra immagine; non dimentichiamo che il primo gesto di ogni contatto interpersonale è quello di sorridere, cioè scoprire i denti.

Fai degli sciacqui con un collutorio specifico e se la lesione non passa entro 10- 15 giorni vai a farti visitare dal dentista.

Forse hai una piccola lesione cariosa che interessa la parte opposta della bocca e che istintivamente tendi a proteggere. Occhio anche alle sensazioni che provi dopo una otturazione o l’applicazione di una protesi: passato l’effetto dell’anestesia, potresti sentire che il dente curato “tocca” prima degli altri. Torna dal dentista che correggerà il dislivello.

Alcune persone hanno una dentatura particolarmente sensibile. Ma l’ipersensibilità al caldo e al freddo può anche indicare la presenza di una carie, o verificarsi quando le gengive si ritirano e lasciano esposto il colletto dei denti (parte iniziale della radice, molto sensibile). In entrambi i casi serve una visita di controllo dal dentista.

A volte capita, è una reazione fastidiosa, che in genere passa dopo pochi giorni. Se dovesse perdurare oltre 4-5 settimane occorre reintervenire su il dente trattato.

Il gel sbiancante a base di perossido di carbamide, diffuso ormai da molti anni, non erode lo smalto, non danneggia le gengive e non è tossico. Può comunque arrecare, come effetto collaterale transitorio, una maggiore sensibilità al freddo. Occorre che il trattamento sia mirato a seconda delle pigmentazioni da correggere e a seconda dello stato dentale del paziente: è pertanto indicata la supervisione dell’odontoiatra affinché il trattamento sia efficace.

Un timore comune che spesso trae origine nell’infanzia. Per evitare che questa fobia si sviluppi, è importante che i genitori abituino il proprio bambino al contatto intraorale, prima pulendogli i dentini con una garza inumidita e poi lasciandolo, non appena possibile, che sia lui a lavarsi, giocando con lo spazzolino. Ma è necessario anche che mamma e papà portino il bambino dal dentista molto presto intorno ai 4 anni di età, senza aspettare che il bebè abbia già un problema dentale, come la carie. In questo caso il piccolo assocerà inevitabilmente la figura del dentista al dolore.

Comunemente chiamata “piorrea”, consiste in un’infiammazione dell’apparato di sostegno dei denti causata dai batteri che si annidano nella placca dentale. E’ infatti una malattia che colpisce le gengive e tutto ciò che sta attorno al dente, a differenza della carie che, invece, coinvolge il dente stesso. Le strutture di sostegno dei denti sono la gengiva, l’osso e le fibre parodontali. La radice del dente è infatti sostenuta nell’osso dalle fibre parodontali che sono attaccate alla superficie della radice ed a quella dell’osso. Le gengive coprono l’osso e formano uno stretto “collare” attorno al colletto dei denti.Fra gengive e denti in tutte le bocche sane c’è poi un piccolo spazio, chiamato “solco gengivale”, profondo 1-2 mm. La parodontite chiama in causa anche fattori irritanti locali, quali l’uso del tabacco, la cattiva igiene orale ed alimentare con la conseguente formazione del tartaro.

Anche qui il segreto per evitare guai è limitare la formazione della placca e intervenire prima che la placca indurisca diventando tartaro. L’igiene orale è il primo passo; il secondo è ancora una volta il periodico controllo dal dentista, che può intervenire per asportare il tartaro quando oramai esso è troppo duro per essere tolto con lo spazzolino.

E’ il prodotto della permanenza della placca dentale sulla quale si oppongono sali minerali fino a formare una “crosta” molto dura che si insinua tra dente e gengiva, creando le premesse per il peggioramento dell’infiammazione gengivale.

Le gengive sono sane quando appaiono rosa salmone e non sanguinano né spontaneamente, né dopo lo spazzolamento.

Le gengive sono infiammate quando appaiono rosse, gonfie e fragili, e sanguinano facilmente, specialmente durante lo spazzolamento, ma talvolta anche spontaneamente.

La causa è la PLACCA BATTERICA, ovvero un deposito molto complesso di batteri tenacemente uniti fra loro, che aderisce fortemente al dente risultando appiccicoso. E’ normale avere batteri in bocca ma, se noi non li rimuoviamo adeguatamente ogni giorno dal margine gengivale, possono infiammare la gengiva tramite la liberazione di sostanze tossiche simili a veleni. La gengiva infiammata comincerà allora a sanguinare.

Si tratta dell’infiammazione marginale della gengiva che si ha per un certo periodo di tempo quando le difese naturali dell’organismo riescono ancora a fronteggiare l’attacco dei microbi che tendono a penetrare in profondità. Alla presenza di batteri l’organismo reagisce mandando sangue, all’interno del quale ci sono cellule capaci di combattere i microbi ed è proprio per questo che le gengive sanguinano. Il sangue è una difesa naturale del corpo ma è anche un segnale d’allarme che indica che si è accumulatala placca.

  • Le gengive sanguinano.
  • Le gengive si sono ritirate e i denti appaiono quindi più lunghi.
  • Alcuni denti si sono spostati e aumentano gli spazi fra loro.
  • Uno o più denti si muovono (e questo perché la diffusione della malattia sempre più in profondità provoca la perdita di osso).
  •  L’alito è cattivo.

NON bisogna aspettare di avvertire dolore perché non è detto che questa malattia lo provochi.

Sì. Se si ha la parodontite significa che in famiglia c’è la predisposizione ad avere questa malattia, quindi è bene controllare i denti dei propri figli per prevenirla verificando che le loro gengive non sanguinino.

Se si ha una gengivite e quindi siamo in presenza di un danno superficiale, un’appropriata igiene orale più qualche seduta di pulizia risolveranno il problema in poche settimane, le gengive smetteranno di sanguinare e torneranno di nuovo sane. Le sedute d’igiene sono necessarie per rimuovere il tartaro, cioè la placca indurita, che con lo spazzolino non è più possibile togliere. In caso di gengivite il ripristino di un normale tessuto di supporto del dente è possibile nel 100% dei casi.

In questo caso la placca è ormai migrata sotto la gengiva ed è necessario l’intervento di persone qualificate per il trattamento del problema. Il trattamento non si limiterà a rimuovere solo il tartaro sopragengivale ma si dovrà prima di tutto pulire il più accuratamente possibile le radici dei denti, utilizzando particolari strumenti in grado di rimuovere placca e tartaro. E’ possibile che siano coinvolti dalla malattia parodontale tutti i denti o solo alcuni e per trattare adeguatamente tutte le superfici sono necessarie diverse sedute. Prima si inizia il trattamento e migliori saranno i risultati. In caso di parodontite parte del tessuto di supporto del dente, e con esso l’osso, è andato perduto e non è possibile ottenere una sua rigenerazione se non in casi molto specifici.

Nella maggior parte dei casi è attribuibile a due fattori:

  • la carie, che se viene trascurata può condurre all’ascesso dentale;
  • le malattie parodontali (o “piorrea”)

Il dolore può seguire anche ad interventi chirurgici come estrazioni e posizionamento di impianti.

E’ un processo distruttivo provocato dai batteri che si annidano nella placca dentale, cioè in quella sottile patina formata da residui di cibo che si fissa sui denti. Un’accurata pulizia, per la rimozione della placca dopo l’assunzione di cibo, è la prima attenzione per evitare la carie. Inoltre l’assunzione di fluoro aiuta a prevenire la carie sia perché rende la bocca poco adatta alla proliferazione dei batteri sia perché rinforza lo smalto.

No, infatti alcuni individui mostrano una predisposizione alla carie che neppure la pulizia e il fluoro riescono a sconfiggere. Occorre allora fare dei periodici controlli dall’odontoiatra, questi sarà in grado di individuare e neutralizzare l’attacco della carie quando ancora essa è in fase iniziale e non fa male.

  • Carie dello smalto. La carie è una malattia del dente. Comporta nella fase iniziale un’erosione dello smalto. Finché è limitata allo smalto è indolore e si può notare solo controllando i denti con uno specchietto o andando dal dentista. Se non curata, continua ad approfondirsi e giunge alla dentina.
  • Carie della dentina. In questa fase si incomincia a provare dolore quando si mangia o si beve alimenti freddi o acidi, oppure ricchi di zucchero. Se non viene curata il processo carioso avanza distruggendo la dentina e arrivando così alla polpa.
  • Il dente fa male spontaneamente, indipendentemente da stimoli esterni.Se non si provvede alla cura la polpa, a contatto dei germi presenti in bocca, si infetta.
  • Il dente, non più sensibile al freddo, è dolente solo a sfiorarlo. Si sta formando un ascesso, ovvero un’infezione acuta, con formazione di essudato, del parodonto e dell’osso alveolare.
  • L’ascesso si propaga all’osso e alle parti molli. La faccia si gonfia. In questa fase qualche volta la situazione è troppo compromessa. Il dente va estratto.

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